Si è discusso ieri in consiglio comunale la questione ex OM-Selectika indetta in seguito all'abbandono da parte del nostro Sindaco del tavolo regionale di concertazione, tenutosi in data 16 ottobre, unico interlocutore a non firmare quella proposta, promettendo una decisione repentina protrattasi fino a ieri 19 ottobre.
Durante il consiglio, alla presenza dei rappresentanti di Selectika e delle organizzazioni sindacali degli ex OM (benchè presenti solo tra il pubblico) si è discusso e votato un atto di indirizzo relativo alla ricollocazione lavorativa degli operai ex OM, nell'ambito dell’unica proposta industriale pervenuta alla task force lavoro della Regione Puglia.
Questa proposta prevede la ricollocazione di 128 unità lavorative dell'ex OM, di cui 60 full time e 68 part time, la nuova assunzione di 24 unità dirigenziali (non appartenenti all'ex azienda) e la riqualificazione professionale della parte restante dei dipendenti ex OM per una possibile futura ricollocazione, che al momento non viene contemplata nella proposta.
All'ovvia unanimità i consiglieri comunali si sono espressi favorevoli alla proposta di riassorbimento dei dipendenti (anche con modalità e tempi diversi per una minoranza di loro) sottolineando e chiarendo che la produzione di Selectika avvenga nel rispetto della tutela ambientale, concordando, in fine, la concessione a Selectika della disponibilità del capannone ex OM, tornato nella proprietà della Città di Modugno dopo il fallimento di TUA Industries.
Tutti d'accordo, tutto molto ovvio e banale, talmente ovvio e banale da rasentare il grottesco, infatti la lunga discussione programmata all'ordine del giorno, che quasi è parsa un teatrino orchestrato e creato al solo scopo di perdere tempo, è stata totalmente priva di qualunque documento ufficiale, al buio delle bozze dei protocolli di intesa e della presentazione del progetto industriale di Selectika, come se nessuno avesse più bisogno di sapere altro, quasi come se tutto fosse stato concordato prima ancora di discutere.
L'unica nota stonata di questo "teatrino" dell'ovvio è stata "suonata" dall'opposizione che, in maniera del tutto legittima, ha provato, purtroppo vanamente, a proporre in seguito un atto di indirizzo, che avrebbe raccolto le proposte discusse, conferendo nel contempo al Sindaco la massima autorevolezza, per poi in seguito, al tavolo regionale di concertazione, strappare le migliori condizioni possibili a tutto vantaggio degli operai, ma nel perimetro delle richieste possibili, ragionevoli, realizzabili da parte dell’unica impresa che ha offerto un piano industriale utile.
Hanno voluto votare invece a maggioranza, al di fuori delle più banali regole del Consiglio Comunale, un atto di indirizzo che richiama, e a cui si allega, un protocollo di intesa tra tutti gli attori interessati alla vertenza, pieno di condizioni capestro e vincolanti. Come dire che il Consiglio Comunale di Modugno vota al suo interno non un semplice atto di indirizzo, ma un atto vincolante per tutti gli altri, così come è stato concepito a Modugno e a prescindere dalle posizioni altrui: Sindacati, Regione, Impresa.
Dichiara, dunque, la minoranza nel proprio comunicato stampa:
"Che senso ha un atto di indirizzo così dettagliato, e capestro appunto, nell'ambito di una vertenza sindacale così lunga, complessa e dolorosa per tante famiglie? Perché far correre il rischio agli operai, del fallimento di una trattativa così complicata? Che senso ha creare ostacoli e problemi al tavolo regionale di concertazione, mentre la stragrande maggioranza degli operai l’ha accettata?
Quale sindaco serio fa di testa propria, portando la propria bozza di protocollo di intesa dopo che era stato raggiunto un accordo su un’altra e dentro un contesto collegiale?
A cosa è servito questo consiglio comunale inutile e dispendioso, quando il Sindaco aveva già, per legge, l’autorità di formulare le proprie condizioni al tavolo regionale?
Insomma un pasticcio inutile, con annessa pessima figura per la Città.
Dicevano di voler proteggere gli operai, hanno invece ignobilmente giocato con le loro vite e quelle delle loro famiglie. E a nulla sono valse le loro stesse proteste oggi in aula, contro questa inutile messa in scena".
Insomma, non si è assistito a nulla di nuovo: una maggioranza sorda che finge di voler discutere ma che poi, pur di non ascoltare e ammettere che le proposte dell'opposizione siano migliori, è pronta a svendere vergognosamente la dignità dei propri cittadini/lavoratori; una maggioranza mediocre che sfrutta la propria posizione non per favorire il cittadino, ma semplicemente per andare contro ai propri avversari politici anche se questi ultimi sono nella ragione più palese.
Per cui, le domande dell'opposizione sono anche le nostre, semplici cittadini modugnesi: quale è stata l'utilità di questo consiglio, tanto lungo quanto sofferto, se la maggioranza e quindi il Sindaco avevano già le idee chiare su cosa fare? Cosa volevano discutere se alla fine anche la soluzione migliore è stata respinta? Perché far attendere altri tre giorni questi poveri lavoratori se potevate già dare questa risposta subito il 16? Cosa avete voluto dimostrare?
Durante il consiglio, alla presenza dei rappresentanti di Selectika e delle organizzazioni sindacali degli ex OM (benchè presenti solo tra il pubblico) si è discusso e votato un atto di indirizzo relativo alla ricollocazione lavorativa degli operai ex OM, nell'ambito dell’unica proposta industriale pervenuta alla task force lavoro della Regione Puglia.
Questa proposta prevede la ricollocazione di 128 unità lavorative dell'ex OM, di cui 60 full time e 68 part time, la nuova assunzione di 24 unità dirigenziali (non appartenenti all'ex azienda) e la riqualificazione professionale della parte restante dei dipendenti ex OM per una possibile futura ricollocazione, che al momento non viene contemplata nella proposta.
All'ovvia unanimità i consiglieri comunali si sono espressi favorevoli alla proposta di riassorbimento dei dipendenti (anche con modalità e tempi diversi per una minoranza di loro) sottolineando e chiarendo che la produzione di Selectika avvenga nel rispetto della tutela ambientale, concordando, in fine, la concessione a Selectika della disponibilità del capannone ex OM, tornato nella proprietà della Città di Modugno dopo il fallimento di TUA Industries.
Tutti d'accordo, tutto molto ovvio e banale, talmente ovvio e banale da rasentare il grottesco, infatti la lunga discussione programmata all'ordine del giorno, che quasi è parsa un teatrino orchestrato e creato al solo scopo di perdere tempo, è stata totalmente priva di qualunque documento ufficiale, al buio delle bozze dei protocolli di intesa e della presentazione del progetto industriale di Selectika, come se nessuno avesse più bisogno di sapere altro, quasi come se tutto fosse stato concordato prima ancora di discutere.
L'unica nota stonata di questo "teatrino" dell'ovvio è stata "suonata" dall'opposizione che, in maniera del tutto legittima, ha provato, purtroppo vanamente, a proporre in seguito un atto di indirizzo, che avrebbe raccolto le proposte discusse, conferendo nel contempo al Sindaco la massima autorevolezza, per poi in seguito, al tavolo regionale di concertazione, strappare le migliori condizioni possibili a tutto vantaggio degli operai, ma nel perimetro delle richieste possibili, ragionevoli, realizzabili da parte dell’unica impresa che ha offerto un piano industriale utile.
Hanno voluto votare invece a maggioranza, al di fuori delle più banali regole del Consiglio Comunale, un atto di indirizzo che richiama, e a cui si allega, un protocollo di intesa tra tutti gli attori interessati alla vertenza, pieno di condizioni capestro e vincolanti. Come dire che il Consiglio Comunale di Modugno vota al suo interno non un semplice atto di indirizzo, ma un atto vincolante per tutti gli altri, così come è stato concepito a Modugno e a prescindere dalle posizioni altrui: Sindacati, Regione, Impresa.
Dichiara, dunque, la minoranza nel proprio comunicato stampa:
"Che senso ha un atto di indirizzo così dettagliato, e capestro appunto, nell'ambito di una vertenza sindacale così lunga, complessa e dolorosa per tante famiglie? Perché far correre il rischio agli operai, del fallimento di una trattativa così complicata? Che senso ha creare ostacoli e problemi al tavolo regionale di concertazione, mentre la stragrande maggioranza degli operai l’ha accettata?
Quale sindaco serio fa di testa propria, portando la propria bozza di protocollo di intesa dopo che era stato raggiunto un accordo su un’altra e dentro un contesto collegiale?
A cosa è servito questo consiglio comunale inutile e dispendioso, quando il Sindaco aveva già, per legge, l’autorità di formulare le proprie condizioni al tavolo regionale?
Insomma un pasticcio inutile, con annessa pessima figura per la Città.
Dicevano di voler proteggere gli operai, hanno invece ignobilmente giocato con le loro vite e quelle delle loro famiglie. E a nulla sono valse le loro stesse proteste oggi in aula, contro questa inutile messa in scena".
Insomma, non si è assistito a nulla di nuovo: una maggioranza sorda che finge di voler discutere ma che poi, pur di non ascoltare e ammettere che le proposte dell'opposizione siano migliori, è pronta a svendere vergognosamente la dignità dei propri cittadini/lavoratori; una maggioranza mediocre che sfrutta la propria posizione non per favorire il cittadino, ma semplicemente per andare contro ai propri avversari politici anche se questi ultimi sono nella ragione più palese.
Per cui, le domande dell'opposizione sono anche le nostre, semplici cittadini modugnesi: quale è stata l'utilità di questo consiglio, tanto lungo quanto sofferto, se la maggioranza e quindi il Sindaco avevano già le idee chiare su cosa fare? Cosa volevano discutere se alla fine anche la soluzione migliore è stata respinta? Perché far attendere altri tre giorni questi poveri lavoratori se potevate già dare questa risposta subito il 16? Cosa avete voluto dimostrare?
Commenti
Posta un commento