Anche i commercianti modugnesi scrivono a Conte: lettera aperta per spronare la ripresa al Presidente del Consiglio e al Sindaco


4 maggio, inizia la fase 2 e tra le poche cose , molti imprenditori riprendono timidamente a lavorare senza certezze, senza tante garanzie e con troppe paure.

Il decreto, seppur non molto chiaro, permette ad alcuni di riaprire l'attività, ad altri di poter effettuare solo l'asporto e ad altri ancora di non riaprire per nulla fino a metà maggio o addirittura a giugno, alimentando il malcontento degli esercenti e l'incertezza economica.


Preso atto di ciò, il circolo lega Modugno, condotto dall'imprenditore locale nonché candidato sindaco per il centro destra, ha dato il via ad un progetto denominato "Non sono Stato, io sono un Esercente!". Progetto nato per sensibilizzare l'opinione pubblica modugnese alla questione "imprese".



Da questo progetto, il 5 maggio ne é scaturito una consegna simbolica di chiavi da parte di molti esercenti cittadini e la lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che vi proponiamo qui di seguito.


"Signor Presidente,
ieri, grazie al suo ultimo decreto, siamo ritornati ad avere una parziale quota di libertà.
Una libertà comunque a tempo, controllata, articolata, compartimentata, distinta, normata, anomala.
Una libertà che non è libertà ma solo una concessione, gentilmente concessa dalla sua persona e dal governo che tiene insieme solo con la paura del voto.
Non mancano, a dire il vero, e stante ai sondaggi, suoi estimatori convinti, abituati alla mediocrità dei nostri capi di governo.
Sono, perlopiù, quegli italiani che si allattano, mensilmente, alle mammelle generose dello Stato.
Quegli italiani che, o piove o c'è il sole, vivono di una certezza: il ventisette.
Infatti, sono quelli che al grido di "State a casa" hanno risposto in modo convinto e massiccio.
Sono quelli che hanno criticato quegli altri italiani, la maggioranza, che vivendo solo del loro lavoro prodotto, hanno in questi due mesi di forzata inattività raschiato il fondo del barile, speso fino all'ultima lira tenuta da parte.
Mai una parola di solidarietà, mai un gesto di comprensione, verso questi italiani che, per vivere, non si ammalano mai, non vanno mai in vacanza, non conoscono tredicesime e quattordicesime, ferie e permessi.
Ma è da sempre che vengono considerati cittadini diversi, evasori per indole.
Ma sono quelli, in realtà, che assicurano le maggiori spese dello Stato per i servizi.

Neanche lei, pur essendo uno di loro, prima di diventare uno stipendiato dello Stato, ha avuto nei loro confronti alcun riguardo.
Nei suoi annunci, retorici e paternalistici, ha dato loro l'illusione che non sarebbero stati dimenticati.
Ricordiamo, nelle misure inizialmente previste, ogni sorta di copertura.
Slittamenti, finanziamenti, sospensioni, assicurazioni, rassicurazioni.
Ciò che non è stato ritirato, rimangiato, è stato rinviato, di settimana in settimana.
Mentre tutto si incancreniva, mentre ci si impoveriva, mentre ogni illusione si cancellava.
Nella sua mediocrità, qualità riconosciuta prima di tutto dai suoi, adesso, più strenui sostenitori, ha distrutto, in soli due mesi, gran parte del tessuto produttivo di questa nazione.
Le piccole e medie aziende, le attività artigianali, le attività commerciali, tutto ciò che rappresenta la produzione reale di questo Paese.
Ha colpito a morte il turismo, ha cancellato la cultura con tutte le sue strutture prestigiose, ha massacrato la creatività imprenditoriale, la genialità, l'unicità del pensiero italiano.
Ha fatto, in due mesi, quel che non sono riusciti a fare in settantanni di questa Repubblica, coloro i quali da sempre avversano la crescita della nostra nazione.
La sua casuale collocazione, avvenuta per mera scelta di opportunità, l'ha convinta di essere, non avendo né capacità né carisma, il salvatore indebito.
Ma tutto è più grande di lei.
Gli eventi sono soverchianti.
Questa nazione, nei prossimi mesi, è chiamata ad una serie di epocali cambiamenti.
Eserciterà un ruolo di svolta in questa miserabile comunità di stati europei.
Ancora una volta, dovrà scrollarsi di dosso una tirannia, questa volta burocratica, parassita, cancerosa.
Lei ritornerà nel suo anomimato. Nessuno la rimpiangerà."


Mentre oggi, 7 maggio, lo stesso circolo ha pubblicato una seconda lettera aperta, questa volta però al Sindaco di Modugno, Nicola Magrone.


"Sindaco Magrone, stante l'inerzia di questo Stato, La invitiamo a fare la parte del buon padre di famiglia.
É sconcertante, a distanza di due mesi dalla chiusura forzata delle attività produttive, che questo governo non abbia ancora provveduto a rendere concreti gli interventi economici annunciati.
É sconcertante assistere all'ignavia dei rappresentanti di questo governo, al loro disinteresse verso la condizione di estremo bisogno in cui versano milioni di italiani.
Italiani, a cui è stato imposto, dalla sera al mattino, di chiudere le proprie attività lavorative.
Ci riferiamo alle piccole e medie aziende, agli artigiani, ai commercianti, agli autonomi in generale, che vivono e pagano le tasse in base a quello che producono, ogni giorno dell'anno, senza interruzioni, senza alcuna certezza nel futuro.
Quello stesso stato che si nutre del gettito fiscale proveniente da questi milioni di italiani, oggi li costringe a mettere in discussione la loro vita, le loro famiglie, la vita dei loro dipendenti.
Stiamo certamente vivendo un tempo la cui eccezionalità non sfugge a nessuno, salvo che a questo stato che continua, pervicacemente, a non agire, se non attraverso illusorie conferenze stampa, mentre i giorni, le settimane, i mesi passano.
Sarà una strage, già a partire dai prossimi giorni, di attività artigianali e commerciali che non proveranno più neanche a rialzare le saracinesche.
La situazione era già grave prima.
ora è diventata emergenziale.
Lo sconforto ha preso il posto della speranza.
Per questo, sindaco magrone, proprio noi - sciacalli, ignoranti e fascisti - proprio noi che, in questi due anni, l'abbiamo criticata aspramente, noi che abbiamo polemizzato su gran parte delle sue scelte amministrative, siamo a chiederle degli atti importanti verso queste categorie che sono importanti protagonisti del tessuto sociale modugnese.
Compatibilmente all'agibilita' del suo mandato in scadenza, ma in proroga eccezionale, le chiediamo di accertare se esistono le possibilità per stanziare una cifra importante, da suddividere tra le attività, a seconda delle loro dimensioni.
Non si tratterebbe di un investimento a perdere ma di una azione concreta, tesa a salvaguardare realtà produttive che ripagherebbero, in breve tempo, lo sforzo finanziario.
Anche a costo di farla apparire più bello di quello che è, pensiamo che la politica sia servizio e non chiacchiere.
Per ogni cosa, ci consideri a sua disposizione.
si sostituisca a questo governo, a questo stato.
noi per primi la applaudiremo."



-La Redazione

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