ROMA, 19 OTTOBRE. IN PIAZZA SAN GIOVANNI, CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE HANNO DICHIARATO IL LORO "ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI".


Già da prima della manifestazione dell'Orgoglio, le Cassandre sputavano odio sulla gente che sarebbe intervenuta in Piazza San Giovanni.

Sanno di essere degli abusivi della democrazia del popolo, sanno di stare ad usurpare  "costituzionalmente" i palazzi di un governo che non rappresenta la maggioranza preponderante della popolazione italiana.
Con l'odio e la mistificazione tentano, con qualsiasi mezzo, di mettere il bavaglio alla voce di milioni di italiani che non si sentono rappresentati da un governo "innaturale" che li opprime, che li vessa, che nega la loro libertà.

In Piazza San Giovanni c'era una piccola parte di questa maggioranza.
Gente semplice, umile, educata, disciplinata, composta, cordiale.
Un oceano di umanità, di storie, di condizioni, di speranze, di lavoratori, di cittadini.

Una contaminazione sana e sostenibile di uomini e donne del nord, del centro, del sud, finanche delle isole.
L'Italia che non si piange addosso, che non odia, che produce, concreta e determinata.

Dialetti di ogni dove, origini diverse, condizioni diverse, uniti da un principio uguale per tutti.
La libertà, quella che un manipolo di burocrati, di banchieri, di operatori del mercato, di quella oppressione europeista, che vorrebbero negarci, imponendoci un pensiero unico.

Abbiamo visto fiumi di uomini e donne, di tutte le età, confluire in una piazza che, di minuto in minuto, si colmava e straboccava nei lunghi corsi attigui, straripante oltre ogni misura, colorata, sorridente.

Si capiva che non erano lì, in quella piazza, a quell'ora, come comparse ma come cittadini attivi, preoccupati di una situazione che sta portando al degrado l'intera nazione.

Erano lì per affermare la loro volontà.
Quella di pretendere equità sociale, ordine, sicurezza, stabilità economica, benessere, serenità.
Affermavano di rifuggire da quella ondata di odio che uomini di una "presunta sinistra" e di una "presunta rappresentatività",  stanno sovrastando indebitamente la nostra esistenza.

In quella piazza si parlava di libertà, di uguaglianza, di lavoro, di dignità, di orgoglio.
C'era l'Italia sana, quella Italia che crede in se stessa, quella Italia che si rimbocca le maniche e risponde concretamente alle avversità della natura, dei mercati finanziari, della tirrania europeista.

Invocavano, con forza, il diritto di ritornare al voto.
Per scacciare, una volta per sempre, la politica della falsa solidarietà, la politica che difende le banche, la politica  che tassa, la politica che affossa questo Paese straordinario ed unico.

C'erano i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, c'erano i Sindaci, c'erano i governatori delle regioni che crescono, c'erano i rappresentanti delle eccellenze italiane.

Credere in una nazione che difende i propri confini, credere nella sicurezza e nel benessere dei propri cittadini, credere nelle nostre origini e nelle nostre tradizioni, credere nelle nostre qualità e nella nostra inimitabile creatività.
Questo è tutto ciò in cui, una politica venduta all'Europa dei burocrati, non vuole più farci credere.

Matteo Salvini ha ridato agli italiani l'orgoglio.
L'orgoglio di essere italiano.
Non lasciamo che altri ce lo neghino.
Piazza San Giovanni lo ha affermato chiaramente e con forza.

LEGA MODUGNO c'era. E ci sarà nel momento in cui cancelleremo sette anni di degrado vissuti da questo paese.
MODUGNO, merita ben altro. Merita di essere una città vivibile, produttiva, sicura e lanciata nel futuro.

Aiutateci a realizzarlo!

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