Stefano, da quanto rivelato dalle scritture e dalle documentazioni pervenute fino ai giorni nostri, è stato il primo martire cristiano.
Probabilmente di origine greca (visto il nome derivante appunto dal greco), o comunque ebraica, ma profondo conoscitore della lingua e della cultura ellenistica.
Stefano è stato uno dei primi abitanti della giudea che ha seguito il Cristianesimo, rivestendo il ruolo di Diacono di Gerusalemme, ruolo assegnato a lui dagli apostoli.
Negli Atti degli Apostoli si legge infatti che viene affidato a Stefano il ministero diaconale, insieme ai discepoli Procoro, Filippo, Timone, Nicola di Antiochia e Parmenas.
Stefano svolse questo compito con grande dedizione, mostrandosi particolarmente attivo nel convertire alla fede di Gesù gli ebrei della diaspora. Ma proprio gli ebrei ellenistici videro in Stefano un nemico, motivo per cui, da lì a poco lo accusarono di pronunciare parole blasfeme ed offensive nei confronti di Dio e Mosè, sobillando il popolo contro di lui e portandolo ad una fine prematura.
La morte di Stefano si colloca nel periodo che segue la deposizione di Ponzio Pilato come governatore della Giudea (36 D.C.) e avvenne in maniera abbastanza violenta: mentre si trovava al Sinedrio, gli ebrei si scagliano contro di Lui lanciandogli pietre e trascinandolo violentemente fuori dalla città uccidendolo tramite lapidazione e infierendo sul suo corpo esanime.
Questo omicidio, questo martirio insensato fu la prima crepa tra la Sinagoga e la nuova Chiesa di Cristo, che da lì a qualche tempo portò alla frattura tra ebrei e nuovi cristiani e che diede inizio alle persecuzioni contro i seguaci di Cristo.
Le reliquie di questo primo Martire nonché Santo della Chiesa Cattolica, a causa delle razzie dei crociati, sono ad oggi diffuse in tutta Europa e su di esse si dice che molti miracoli siano avvenuti solo toccandole o visitando la tomba in cui sono deposte.
Alcuni resti di Santo Stefano (ossa del cranio) sono conservati nella vicina cittadina di Putignano (dove è protettore) questo perché nel 1394, dalla abbazia di Monopoli (dove erano state inizialmente depositate), a causa delle continue invasioni e devastazioni dei saraceni, furono condotte nel più sicuro paesino dell’entroterra dove tuttora sono custodite presso la chiesa di S. Maria la Greca.
Il culto del protomartire Stefano è largamente diffuso ancora prima del ritrovamento delle sue reliquie, nel 415, infatti Chiese e basiliche dedicate a Santo Stefano sorgono un po’ dappertutto, e molte di queste risalgono ad anni subito successivi all'arrivo del cristianesimo nella penisola italiana.
Siccome è uno dei primi martiri della Cristianità, la festa liturgica di Santo Stefano si colloca subito dopo la nascita di Gesù, il 26 dicembre. Durante la Messa il sacerdote veste di colore rosso, per ricordare che Santo Stefano è stato un martire.
In Italia ci sono quattordici Comuni che portano il nome di questo grande Santo. La tradizione lo raffigura con la “dalmatica” (il vestito indossato dai diaconi durante la liturgia) e lo lega alle pietre, essendo la morte avvenuta per lapidazione.
Per questo, secondo la credenza, tale Santo si invoca in caso di calcoli renali ed è il protettore di muratori, tagliapietre, diaconi, fornaciai. Pare inoltre che sia invocato anche per guarire dal mal di testa.
La Redazione,
Fonti Varie
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